La Città Invisibile

Illusioni perdute

« Older   Newer »
  Share  
Sanako
view post Posted on 28/3/2010, 15:17




Illusioni perdute



di Honoré de Balzac



All'epoca in cui comincia questa storia, la macchinadi Stanhope e i rulli inchiostratori non erano ancora entrati nelle piccole stamperie di provincia. Ad Angouleme, malgrado la specialità locale che la mette in rapporto con l'industria topografica parigina, ci si serviva sempre di torchi in legno, ai quali la lingua è debitrice dell'espressione "far gemere i torchi" che oggi non trova più applicazione. L'arte della stampa era arretrata e si impiegavano ancora i mazzi di cuoio caricati di inchiostro con i quali lo stampatore inchiostrava i caratteri. Il piano mobile destinato a ricevere la forma piena di lettere sulla quale si applica e giustificava il nome di marmo. I voraci torchi meccanici hanno ormai fatto dimenticare a tal punto questo congegno, al qualce dobbiamo, nonostante le sue imperfezioni, i bei libri degli Elzevier, , dei Plantin, degli Aldo Manuzio e dei Didot, che non sarà inutile ricordare i vecchi attrezzi per i quali Girolamo Nicola Sechard aveva un attaccamento superstizioso; essi infatti hanno una loro parte in questa grande piccola storia.



Davide Sechard, figlio di uno stampatore di Angouleme e ridotto per l'avarizia del padre a condurre in condizioni disastrose la stamperia di famiglia, stringe una forte amicizia con un suo coetaneo, Luciano Chardon, figlio di un farmacista ma di nobili origini in quanto la madre apparteneva alla nobile e decaduta famiglie dei Rubemprè. Entrambi coltivano l'amore per le scienze e la letteratura, anche se davide è più orientato verso le prime (sta ideando infatti un metodo per produrre carta a basso costo) e Luciano verso le seconde: tutto infatti, dal suo bell'aspetto alla sua intelligenza, lo indirizzano verso la strada della poesia. L'amore ricambiato di Luciano per Luisa di Bargeton, detta la "regina di Angouleme" per l'importanza del suo salotto, gli apre la strada verso il mondo nobiliare, pieno di intrighi e invidia nei suoi confronti ma che comunque lo attira: egli infatti aspira a ottenere fama e gloria grazie anche al riconoscimento delle sue origini nobili e all'acquisizione del prestigioso cognome materno. La partenza di Luisa per Parigi, che condurrà con sè il giovane amato, permetterà a Luciano di farsi strada nel sofisticato mondo parigino, radicalmente diverso dalla provincia e che porterà al poeta sia gioie che dolori...

Quasi completamente rimessa dalla febbre, finalmente posso continuare a dedicarmi al blog. L'avevo un pò trascurato ultimamente...
Bel libro che attraverso una mai noiosa descrizione del mondo della carta stampata (splendida la parte sul giornalismo) racconta la storia di un uomo le cui illusioni (e quelle che gli altri avevano su di lui) si infrangono ievitabilmente contro vari scogli: Luciano parte per Parigi sognando di diventare poeta, di raggiungere la gloria, di poter farsi chiamare de Rubemprè, ma in tutto questo fallisce. Non solo: fallisce dopo essersi approfittato di tutte le persone che lo circondavano e amavano (la famiglia, davide, gli amici del cenacolo), che dal canto loro, affascinati da Luciano, gli hanno sempre dato una mano e a volte persino tentato di proiettare su di lui i loro sogni.
Devo dire che il personaggio di Luciano mi è stato subito un pò antipatico: senza una volontà sua, si fa trascinare da una parte all'altra da persona che spesso intendono usarlo solo per raggiungere i porpri obiettivi, e per di più, comportandosi da ragazzo viziato, fino all'ultimo non si è reso conto del male che stava facendo alla sua famiglia. Tuttavia rimane un personaggio molto interessante forse proprio per questo, e non solo: in un libro in cui si parla continuamente della lotta fra esseri umani in cui solo il più forte può vincere e ottenere il potere c'è un protagonista senza volontà, incapace di lottare fino in fondo per ciò in cui crede (ma crede veramente in qualcosa?) e facile preda dei disegni altrui.
Bellissima la descrizione di Parigi e (come ho accennato prima) del suo mondo artistico e letterario: nonostante Balzac abbia dedicato lunghe pagine a questo l'ho trovato sempre un libro coinvolgente.
Credo che recupererò anche "Splendori e miserie delle cortigiane", una sorta di seguito di questo libro.
 
Top
0 replies since 28/3/2010, 15:17   128 views
  Share